Qualcosa di sostanzialmente diverso accade nell’osservazione del fenomeno “percezione degli odori” rispetto ad altri organi di senso.
E, come sempre accade, quando una cosa è banale non la rileviamo.
Se pensiamo alla vista, gli organi preposti a farci vedere sono gli occhi, i nervi, il cervello. Ognuno di noi fissa un oggetto, legge una pagina, guarda un panorama o vede una qualsiasi altra cosa e si attiva il meccanismo del “vedere”.
Se pensiamo all’udito, gli organi preposti a farci sentire sono le orecchie, i nervi, il cervello. Ognuno di noi porge l’orecchio nella direzione più favorevole e sente una qualsiasi cosa e si attiva al meccanismo dell’udire.
La stessa cosa accade con gli odori. Respiriamo inalando aria dal naso e percepiamo gli odori.
Tutto sembrerebbe coerente e consequenziale.
Eppure qualcosa non soddisfa. Stiamo dicendo sicuramente una cosa non sbagliata, ma non completamente giusta.
Non ci vuole scienza ma buon senso nella valutazione dei fenomeni del corpo umano.
E qui il pragmatismo della vita di ogni giorno ci dice una verità assoluta e fondamentale.
Siamo liberi di non sentire e azzerare l’udito (basta tapparsi le orecchie).
Siamo liberi di non vedere e di azzerare la vista (basta chiudere occhi).
Non siamo liberi di controllare la percezione degli odori: o meglio, solo se malati perdiamo l’olfatto.
L’uomo sano è “costretto” a percepire gli odori e non può farne a meno.
Come si spiega questo fenomeno che limita la nostra libertà?
Semplicemente perché la percezione degli odori è legata, correlata, e soprattutto dipendente dalla respirazione: e non possiamo vivere senza respirare.
Anche a costo di percepire odori sgradevoli.