Le malattie del fegato sono molto diffuse nella popolazione generale ed una corretta diagnosi permette una terapia adeguata e molto spesso la guarigione. Tra queste la più frequente è la steatosi epatica caratterizzata da un accumulo di grasso, in particolare trigliceridi, nel fegato, presente in circa il 30% della popolazione, rappresentando quindi una vera e propria malattia epidemica. L’incremento della steatosi epatica va di pari passo con l’aumento del sovrappeso/obesità e del diabete che riflettono una alimentazione scorretta ed una vita sedentaria. La steatosi epatica può evolvere in steatoepatite non alcolica, fibrosi epatica, cirrosi, e tumore epatico. Ne parliamo con la Prof.ssa Fargion, specialista in gastroenterologia del Centro Medico Visconti di Modrone, esperta in malattie del fegato.
La steatosi epatica viene considerata la manifestazione epatica della sindrome metabolica, presente nel 35-40% della popolazione cosiddetta normale, definita dalla presenza di almeno tre delle seguenti alterazioni: sovrappeso/obesità, intolleranza glucidica/diabete, ipertensione arteriosa e dislipidemia. Nella sindrome metabolica, come pure nella steatosi epatica, vi è sempre resistenza all’insulina, cioè per mantenere il glucosio nella norma è necessaria una maggiore quantità di insulina, l’ormone prodotto dal pancreas che ha diverse funzioni tra cui le principali sono il controllo del metabolismo glucidico e lipidico. Questo spiega perché il soggetto con steatosi epatica ha un rischio molto più elevato, rispetto ad un soggetto senza steatosi, di sviluppare nel corso degli anni il diabete. I soggetti con steatosi epatica/ sindrome metabolica hanno un elevato rischio di complicanze vascolari su base aterosclerotica, ictus ed infarto.
Il diagnosticare la steatosi epatica spesso permette di evidenziare nel paziente anche la presenza di ipertensione arteriosa, dislipidemia ed intolleranza glucidica precedentemente ignorate, malattie che vengono considerate le complicanze extraepatiche della steatosi epatica, e analogamente nel soggetto con ipertensione arteriosa, dislipidemia o intolleranza glucidica andrebbe sempre ricercata la steatosi epatica al fine di iniziare quelle correzioni delle abitudini di vita del soggetto che sono indispensabili sia per fare regredire la steatosi come pure migliorare/ regredire l’ipertensione arteriosa, diabete e dislipidemia. In presenza di steatosi epatica è necessario effettuare uno studio accurato con test da carico di glucosio per valutare la presenza e severità dell’insulino-resistenza e del diabete, lo studio del sistema vascolare con doppler dei tronchi sovra aortici (TSA), ECG, Ecocardiogramma, misurazione della pressione arteriosa ed una attenta raccolta della storia clinica del paziente al fine di mettere in evidenza eventuali eventi cardiocircolatori fino ad allora sottostimati. Pertanto una diagnosi di steatosi si associa ad un esame a 360 gradi del paziente con importanti ripercussioni positive sulla sua salute.
Effettuare una visita epatologica/internistica, esami del sangue mirati al fegato, i test per evidenziare la presenza /predisposizione al diabete, una ecografia epatica, ed una valutazione cardiologica può essere salvavita.
La steatosi epatica deve essere sospettata nei soggetti sovrappeso e/o diabetici e/o ipertesi e/o con incremento del colesterolo e dei trigliceridi. L’aumento delle transaminasi, espressione di danno epatico, non è sempre presente nei pazienti con steatosi. Frequentemente è aumentata solo la gammaglutamil transpeptidasi.
Nel paziente con steatosi epatica è spesso presente incremento della ferritina e questo pone importanti problemi di diagnosi differenziale con l’emocromatosi, patologia caratterizzata da sovraccarico di ferro. Effettuare la diagnosi differenziale tra iperferritinemia legata alla steatosi epatica/sindrome metabolica e il sovraccarico di ferro come pure con le altre cause di aumento della ferritina (abuso alcolico, infiammazioni, tumori, etc.) è estremamente importante. Esistono forme ereditarie di sovraccarico di ferro i cui la caratterizzazione genetica permette di fare diagnosi non solo nel paziente ma anche nei suoi familiari.
Fonte: Tgcom 24