Bruciore, senso di pesantezza, gonfiore sono solo alcuni sintomi di un problema che spesso si (ri)presenta ai cambi di stagione. Le strategie per contrastarlo sono tante, a partire da qualche cambiamento a tavola.
Ne parliamo con il professor Alberto Malesci, specialista in Gastroenterologia e Medicina interna presso il Centro Medico Visconti di Modrone.

Quando lo stomaco è in fiamme, domare l’incendio non è sempre facile. “Il bruciore è solo uno dei tantissimi sintomi. Può associarsi a dolore epigastrico, localizzato nella zona centro-superiore dell’addome, ma anche a senso di pesantezza, gonfiore e sazietà precoce dopo i pasti”, spiega il professore. “Di fronte a questi sintomi, i pazienti parlano genericamente di gastrite, un termine che fa riferimento a un processo infiammatorio a carico della mucosa gastrica che si accerta con la gastroscopia e con l’esame istologico. Nella maggior parte dei casi, la definizione più corretta per indicare il malessere è dispepsia funzionale, un disturbo che può essere occasionale oppure persistente, addirittura cronico, e peggiorare in alcuni periodi dell’anno”. Come si può tenere sotto controllo il problema?

  1. SCEGLI LA DIETA “SU MISURA”
    “Impara ad ascoltare il tuo corpo, eliminando dalla tavola i cibi che provocano fastidio. Nella dispepsia funzionale, infatti, non esistono regole valide per tutti: ad alcuni basta uno spicchio d’aglio per scatenare l’inferno, per altri i grandi “nemici” sono ketchup e peperoni. Osserva, dunque, la tua reazione ai vari alimenti per stabilire la dieta giusta per te. In linea generale, consuma pasti non troppo abbondanti e preferisci i metodi di cottura che limitano l’uso di condimenti (forno, griglia, vapore e cartoccio). Inoltre, evita i fritti e i cibi eccessivamente grassi, speziati e piccanti”.
  2. SEGUI ORARI REGOLARI
    “Per favorire l’attività dello stomaco, i pasti dovrebbero essere consumati a orari regolari e, comunque, mai di notte: rivoluzionare spesso questi ritmi causa problemi. Se possibile, non saltare né ritardare un pasto, ma stabilisci una routine quotidiana da rispettare il più possibile»
  3. EVITA PER UN PO’ I FODMAP
    «FODMAP è il termine che indica gli alimenti altamente fermentabili, contenenti carboidrati a catena corta (latte, formaggi freschi e alcune tipologie di frutta e verdura), accusati di peggiorare i sintomi dei disturbi digestivi. Siccome la dispepsia funzionale si associa spesso alla sindrome del colon irritabile, può essere utile seguire per qualche mese questo regime alimentare in cui si evitano i FODMAP e si privilegiano, invece, alcuni frutti (banane, mirtilli, uva, meloni, kiwi, mandarini, arance, lamponi e fragole) e verdure (germogli di bambù, sedano, peperoni, melanzane, fagiolini, lattuga, zucca, cipolle e pomodoro)».
  4. ELIMINA IL GLUTINE
    «Pur senza essere celiaci, alcuni di noi possono sviluppare nel tempo ipersensibilità al glutine, che appesantisce la digestione. Per due o tre mesi prova a eliminare i prodotti che lo contengono, in modo da verificare un eventuale miglioramento della sintomatologia. Attenzione, però: come qualsiasi dieta che esclude uno o più alimenti in maniera autogestita, anche questa va seguita per un periodo limitato, perché le “liste nere” a tavola nascondono potenziali insidie per la salute. Piuttosto, parlane con il medico per trovare un compromesso».
  5. PROVA ANCHE LE VERDURE CRUDE
    «Tendiamo a pensare che cuocere le verdure (soprattutto al vapore) sia la scelta migliore per renderle più leggere e digeribili, perché gli ortaggi crudi aggrediscono maggiormente la mucosa dello stomaco. Se in linea generale è davvero così, ci sono vegetali, come per esempio carote e finocchi, che sono ben tollerati e possono essere consumati anche crudi. Anzi, si può iniziare il pasto proprio in loro compagnia (per esempio sotto forma d’insalata mista), visto che contengono enzimi digestivi di cui spesso ha bisogno chi soffre di dispepsia funzionale”. 
  6. COMBATTI LO STRESS
    «Problemi sentimentali, difficoltà economiche e disagi lavorativi sono frequenti cause di dispepsia funzionale. Si parla sempre più spesso di un disturbo dell’asse cervello-intestino, in inglese brain-gut axis. Seppure il meccanismo di base non sia ancora del tutto chiaro, si ipotizza una relazione bidirezionale tra l’apparato gastrointestinale e il sistema nervoso centrale. In parole semplici, le emozioni negative possono produrre non solo sintomi psicologici (ansia, panico e depressione), ma anche disagi legati al corpo. In particolare, la pancia può reagire con gonfiori, borbottii e dolori”. Strategie per fronteggiare lo stress? Dedicarsi almeno due volte a yoga o pilates. 
  7. USA I RIMEDI NATURALI
    «Se la dispepsia è occasionale, ci sono rimedi naturali che hanno dimostrato una certa efficacia. Qualche esempio? Le tisane a base di finocchio, rosmarino o carciofo, ma an-che gli infusi di zenzero, i decotti di salvia e camomilla oppure un mix di bicarbonato, limone e acqua gassata, da miscelare e bere velocemente. Quando invece il disturbo diventa persistente, le cure fai-da-te possono non avere effetto». 
  8. VALUTA L’ANTIBIOTICO
    «Talvolta la gastrite è dovuta all’Helicobacter pylori, un batterio che si trova comune-mente nello stomaco e può provocare dispepsia e ulcera: talvolta l’infezione è asintomatica, altre volte invece può farsi sentire con sintomi fastidiosi. In questo caso, puoi trovare sollievo con una cura antibiotica capace di eradicare questo microrganismo, spegnere l’infiammazione e prevenire il cancro allo stomaco. L’ Helicobacter pylori, infatti, è considerato un fattore di rischio di questo tipo di tumore”. 
  9. NON ESAGERARE CON I FARMACI
    «I classici antiacidi commercializzati in farmacia possono non essere risolutivi. Piuttosto, un farmaco efficace è l’omeprazolo, che fa parte dei cosiddetti inibitori della pompa protonica ed è tipicamente usato per trattare il reflusso gastroesofageo, ma risulta utile anche nel 30% dei pazienti con dispepsia funzionale. Vale la pena provare, ovviamente sotto prescrizione e consiglio medici».
  10. IMPOSTA UNA GIORNATA TIPO
    Fermo restando che chi soffre di questi disagi può essere disturbato da cibi diversi, si può comunque ipotizzare un menu tipo di base, che limita e attenua i disturbi. «Per co-lazione, si può scegliere un caffè ristretto insieme a uno yogurt magro greco con fiocchi d avena e un mix di frutta secca a guscio (noci, nocciole e mandorle)» spiega la dottoressa Chiara Rampini, dietista a Milano. «Poi, a metà mattina si mangia una banana. Per pranzo si sceglie un pokè composto da riso basmati o Venere, salmone e un mix di verdure crude (carote, finoc-chi e rucola, per esempio). A metà pomeriggio, va bene qualche fragola come spuntino, mentre a cena si opta per grano saraceno risottato, verdura cotta di stagione e una porzione di formaggio stagionato (Parmigiano, grana o pecorino).

Fonte: Confidenze