Rottura del tendine di Achille, del tendine tibiale posteriore, del tendine tibiale anteriore.
I tendini sono strutture anatomiche essenziali ma molto fragili e delicate. La loro funzione è fondamentale nella stabilità e nel movimento del corpo. Si tratta di cavi elastici che, azionati dai muscoli, imprimono il movimento alle articolazioni. L’elasticità spiega il controllo, la finezza e l’agilità del movimento umano. Un organismo azionato da corde o da cavi non elastici si muove come un automa o come un robot. Si possono immaginare come una corda composta da un intreccio di tanti fili più sottili. Questa miriade di microscopici fili naturali sono composti da una sostanza che si chiama collagene e da una sostanza che dona l’elasticità. Il tendine d’Achille collega i muscoli del polpaccio al calcagno ed è responsabile di molti dei movimenti che avvengono a livello del piede e della gamba. Sebbene sia un tendine molto resistente, se sottoposto a eccessivo sforzo può lacerarsi e arrivare a rompersi.
Oggi parliamo insieme al Dottor Alessandro Farnetti, specialista nelle patologie del piede del Centro Medico Visconti di Modrone, di un tipo di lesione relativamente frequente che può avere una eziologia traumatica o, più spesso, degenerativa.
In caso di lesione da trauma diretto (corpo contundente o tagliente), che si può accompagnare a lesione della cute, è generalmente subito percepita dal paziente la perdita di funzione del muscolo e le conseguenti conseguenze sulla funzione del piede, clinicamente è percepibile la soluzione di continuo muscolo tendinea e la mancanza dell’effetto motorio. E’ consigliabile intervenire tempestivamente per evitare la retrazione del tratto prossimale.
Le lesioni degenerative dei tendini, le più frequenti, si verificano dopo una progressiva perdita di resistenza e sfilacciamento del tendine sottoposto cronicamente a sollecitazioni eccessive o sbagliate (sindromi pronatorie, piede piatto, piede cavo).
Sono precedute generalmente da ripetersi, negli anni precedenti, da tendinopatie e tenosinoviti.
La lesione più frequente, anche in soggetti giovani e spesso senza precedenti episodi di tendinopatia, e quella del tendine di Achille.
In molti casi il paziente non si accorge di quello che è realmente successo e spesso la diagnosi viene fatta con molto ritardo.
La qualità del tendine da suturare è molto diversa fra le lesioni traumatiche (tendine sano) e lesioni degenerative.
Il primo meccanismo non predilige età, mentre nel secondo caso sono colpiti prevalentemente adulti, con o senza pregressi episodi di tendinopatia e anziani, su base degenerativa. Generalmente la rottura sottocutanea spontanea del tendine di achille è un evento che si presenta a ciel sereno, spesso durante attività sportiva anche leggera e viene percepita come un dolore improvviso posteriore, come essere colpiti da una frustata, la sensazione seguente è quella di un piede che non risponde normalmente con alterazione del cammino e difficoltà a compiere determinati movimenti. La diagnosi clinica è spesso molto semplice, ma in casi di rotture parziali o molto prossimali, può essere necessaria una risonanza magnetica per decidere il trattamento.
In alcuni casi di rotture parziali può essere sufficiente un trattamento conservativo, con stivaletto o tutore in equino per almeno 45 giorni, seguiti da un periodo di carico graduale con tacco e poi riabilitazione. In caso di rotture complete è necessario intervenire chirurgicamente per suturare il tendine, con un uguale periodo di immobilizzazione e riabilitazione.
Fonte: Tgcom24