E’ molto facile confondere ARTRITE e ARTROSI, perché entrambe le malattie interessano le articolazioni, ed entrambe rientrano nel grande capitolo delle malattie reumatiche.
Inoltre entrambe sono caratterizzate da DOLORE accompagnato da RIGIDITA’delle articolazioni colpite. La differenza principale tra artrosi e artrite è nella PATOLOGIA e nell’ETA’ dei soggetti colpiti. Ne parliamo con la Dott.ssa Angela Trabucco, specialista in Chirurgia della Mano del Centro Medico Visconti di Modrone.
La parola ARTROSI riproduce il termine greco ἄρϑρωσις che significa articolazione. Un’articolazione è fatta da 2 ossa coperte da cartilagine che si muovono scivolando l’una sull’altra. Quando le superfici non sono più lisce, levigate dalla cartilagine, ma irregolari per la sua usura, le ossa muovendosi creano attrito, dolore, infiammazione. E’ quello che succede nell’artrosi.
L’artrosi è legata all’età, all’invecchiamento, o può essere postraumatica. E’ una patologia degenerativa. La parola ARTRITE indica un’articolazione infiammata, cioè una patologia infiammatoria. L’artrite reumatoide, l’artrite psoriasica, la gotta, il L.E.S., sono tra le forme più frequenti di artrite nelle mani, sono patologie infiammatorie croniche di origine autoimmune e possono svilupparsi anche nei GIOVANI e nei BAMBINI.
L’ARTRITE REUMATOIDE NELLA MANO.
L’artrite reumatoide colpisce le cellule del tessuto sinoviale che normalmente lubrifica l’articolazione. Tale tessuto diviene edematoso e infiammato ed erode la cartilagine e l’osso. Il tessuto edematoso può stirare i legamenti articolari, che tengono insieme le ossa, provocando deformità e instabilità. L’infiammazione può anche interessare i tendini che sono le corde che legano i muscoli all’osso. Questo può causare la rottura dei tendini. L’artrite reumatoide della mano è più frequente nel polso e nelle nocche delle dita
SEGNI E SINTOMI DELL’ARTRITE REUMATOIDE DELLA MANO
Rigidità, edema e dolore sono sintomi comuni a tutte le forme dell’artrite nella mano. Nell’artrite reumatoide alcune articolazioni possono essere più edematose di altre. C’è spesso un edema con dito a salsicciotto. Altri sintomi dell’artrite reumatoide della mano sono: tumefazione sul dorso della mano in regione tendini estensori, crepitii nei movimento delle dita, una deviazione dell’asse delle dita che si allontana dal pollice.
Come si fa la diagnosi di mano artritica: il ruolo del medico reumatologo
Il medico curante o l’ortopedico possono valutare la presenza di dolore nelle articolazioni delle mani, il tipo di articolazioni colpite, la rigidità, l’edema, la presenza in famiglia di altri casi di malattie reumatiche e richiedere una valutazione dello specialista reumatologo che provvederà a un inquadramento clinico globale con anamnesi, visita, esami ematici, ecografia e radiografie.
Il trattamento dell’artrite reumatoide
Il trattamento ha come obiettivo la riduzione del dolore e il recupero della funzione. I farmaci possono aiutare a ridurre l’infiammazione, trattare il dolore e rallentare la progressione della malattia. Si possono assumere farmaci per bocca, come antinfiammatori, steroidei e non-steroidei, o eseguire infiltrazioni di cortisone.
Compito del reumatologo è la valutazione e prescrizione di farmaci più specifici, dai classici antimalarici, methotrexate, ciclosporine, ai nuovi prodotti capaci di controllare la risposta immunitaria riducendo infiammazione e dolore.
Il ruolo del fisioterapista
Il fisioterapista della mano è di fondamentale aiuto nella conservazione della funzionalità di una mano e nel recupero dopo trattamenti farmacologici e chirurgici. Mediante esercizi specifici, tutori, e terapia occupazionale potrà insegnare a usare la mano limitando il dolore nelle attività quotidiane.
Il ruolo del chirurgo della mano
L’artrite reumatoide interessa tendini e articolazioni. I tendini infiammati possono far fatica a scorrere nei canali digitali, determinando una riduzione del movimento di flesso estensione o addirittura uno scatto o essere distrutti dal tessuto sinoviale infiammatorio e rompersi anche senza trauma. Se succede, si perde la capacità di flettere o estendere le dita e stringere un oggetto in mano. In alcuni casi, si raccomanda un trattamento chirurgico preventivo che consiste nella rimozione dei noduli, asportazione del tessuto sinoviale infiammato, aperture di canali digitali per favorire lo scorrimento tendineo, asportazione di asperità ossee che possano grattare i tendini. Se si verifica una rottura tendinea, il chirurgo della mano potrà intervenire con un innesto tendineo o un transfer tendineo. Spesso durante la procedura “preventiva” si scopre che alcuni tendini sono già rotti o sul punto di farlo, e si interviene direttamente.
Fonte: Tgcom 24