Ne parliamo con la Dott.ssa Giulia Bracci, psichiatra specialista sessuologa del Centro Medico Visconti di Modrone. La menopausa rappresenta un momento molto critico nel ciclo vitale femminile, caratterizzato da diversi cambiamenti cui spesso non si è del tutto preparati e a cui è difficile adattarsi. Con il passaggio alla menopausa l’apparato genitale subisce trasformazioni a causa della riduzione dei livelli di estrogeni, gli ormoni femminili che permettono di garantire una corretta lubrificazione vaginale. Tale diminuzione incide negativamente sulla mucosa vaginale determinando secchezza, scarsa idratazione e perdita di elasticità dei tessuti. La caduta dei livelli di estrogeni comporta anche una riduzione del PH vaginale, creando un disequilibrio nella flora vaginale che espone più frequentemente il genere femminile al rischio di contrarre infezioni batteriche, micosi e sintomi associati come prurito e dolore. Questo ultimo aspetto può incidere in modo importante anche sulla vita sessuale della donna e della coppia in quanto tali sintomi rendono difficili anche i rapporti sessuali penetrativi. Si parla quindi di atrofia vulvo-vaginale, ovvero una condizione patologica femminile caratterizzata da secchezza e dolore ai rapporti sessuali che colpisce il 50% delle donne in fase post-menopausa. Nonostante l’alta incidenza, questa situazione viene troppo poco spesso tenuta in considerazione senza pianificare un corretto trattamento che possa aiutare la donna a migliorare la sintomatologia e, di riflesso, a mantenere anche una soddisfacente vita sessuale. L’atrofia vaginale in menopausa indubbiamente può creare una condizione di disagio psicologico nella donna che percepisce un cambiamento fisico imputabile al processo di invecchiamento del corpo, associato anche ad un calo del desiderio sessuale e perdita della propria immagine di essere seducente e desiderabile. Spesso è una condizione patologica le cui conseguenze sono sottostimate, sussistendo ancora un certo pudore e vergogna a poterne parlare liberamente. Gli interventi terapeutici esistenti per l’atrofia vaginale riguardano terapie farmacologiche classiche come i trattamenti sostitutivi sistemici o la terapia estrogenica vaginale locale. Recentemente sono state introdotte tecniche innovative che si avvalgono dell’utilizzo di laser CO2, di natura non invasiva. Il trattamento laser ripristina il trofismo vaginale, promuovendo e recuperando l’attività metabolica pre-menopausa mediante una nuova sintesi di collagene, acido ialuronico, glicosamminoglicani e proteoglicani che sono le sostanze nutritive che conferiscono elasticità e turgore ai tessuti connettivi. Migliorare l’idratazione della mucosa vaginale corrisponde ovviamente anche ad una scomparsa di sensazioni fastidiose come dolore e prurito. Le tecniche farmacologiche e i trattamenti laser agiscono a livello fisico nel ripristinare una condizione più vicina a quella fisiologica ma un supporto psico-sessuologico dovrebbe essere avviato laddove subentra un’avversione nei confronti dei rapporti sessuali con il proprio partner oppure un disagio nel vivere la propria intimità di coppia e l’immagine di sé, aspetti che, con la menopausa e il cambiamento del corpo femminile, possono presentarsi. Alla menopausa inoltre si associano anche sintomi psicosomatici come ansia, calo del tono dell’umore, sbalzi di umore con nervosismo, irritabilità, mal di testa, sensazione di gonfiore, aumento del peso, perdita del sonno, sudorazione, vampate di calore, riduzione del desiderio sessuale. Pertanto sarebbe opportuno un approccio terapeutico a 360° e, oltre al trattamento dei sintomi fisici, un trattamento di quelli psichici aiuta la donna a recuperare una propria identità ed entrambi i partner a ristabilire un equilibrio di coppia e una vita sessuale soddisfacente.
Fonte: Tgcom24